sabato 14 gennaio 2012

L’origine del concetto di intelligenza collettiva

Il concetto nasce dall’osservazione del comportamento di alcune specie biologiche, come già scoperto da Durkheim per le formiche, che per necessità, sopravvivenza e difesa si organizzano in sistemi, operano in sinergia. Esempi sono sciami d’api, banchi di piccoli pesci che si raggruppano per scacciare pesci grandi, stormi di uccelli per non perdere la rotta o per aggirare l’aggressione di rapaci. Le evoluzioni degli uccelli sembrano essere coordinate, frutto di un’intenzionalità, ma in realtà ogni volatile agisce per proprio conto, in base a delle regole proprie. Dallo studio di queste dinamiche il MIT Center for collective Intelligence elabora nel 2006 una definizione più attuale di intelligenza collettiva: “is groups of individuals doing things collectively that seem intelligent”; gli alveari, gli stormi, le colonie di formiche sono esempi di gruppi che, collaborando nella ricerca di fonti di cibo, sembrano intelligenti.
Nella rete prende corpo questo tipo di intelligenza, gli individui collaborano e costruiscono una conoscenza comune, condivisa. Cosa ne pensate?

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